Riri J.* |
A tutti voi cilentani che non siete mai stanchi di ripetere che amate la vostra terra, vorrei ricordare che la terra dovrebbe stare sotto i vostri piedi, tra le pieghe delle vostre scarpe, non nelle vostre teste. Io disprezzo il vostro attaccamento al territorio, quando questo significa essere attaccati alle sue risorse da spartire, o riempirsi la bocca di grandi azioni. Il vostro amore è quello che esprimete quando buttate l'immondizia sui cigli delle strade, quando guardate dall'alto in basso chiunque non sia nelle vostre squallide cerchie di amici d'interesse, perché tu dai una cosa a me ed io ne do una a te. Il vostro amore è quello che esprimete ogni volta che dite la parola "popolare" pensando che si tratti di un partito che continuate a votare da 60 anni. Il vostro amore è quello che esprimete quando appiccate 10 incendi al giorno per tre mesi, quando fate finta di non vedere gli eco mostri che spuntato sotto i vostri piedi, le strade dismesse, le vostre risorse inghiottite dai rovi. Odio le vostre melanzane 'mbuttunate, i vostri disgustosi dolci con miele industriale, le vostre sagre kitsch, le vostre allegre tavolate coi bicchieri di plastica, le vostre donne con le zeppe smaltate che ballano la tarantella, i vostri uomini sempre in pantofole, i vostri figli house con le magliette bianche e la gelatina, i vostri bar col karaoke, le vostre auto lucidate, le vostre foto in posa, i vostri matrimoni di lustrini, colombe, carrozze e buste piene di soldi. Odio il vostro razzismo buonista "perché è peccato", le vostre famiglie sfasciate da uomini in fuga con le straniere, l'intrigo da soap opera, la spettacolarizzazione della vostra mediocrità, i vostri debiti per organizzare banchetti per il battesimo e la prima comunione. Odio il vostro parlare pieno di supponenza, le vostre mode vuote, i vostri tormentoni religiosi e politici, il falso moralismo, le statue di padre Pio negli angoli delle piazze, quelle vostre gite nella dorata San Giovanni Rotondo. Odio il vostro essere nello stesso tempo fuori e al di sopra del tempo, l'autoelezione ad eletti e condannati, i vostri politici troppo scadenti per essere davvero corrotti, odio quell'indifferenza indistinta, e l'adorazione smisurata, la vostra incapacità di trovare un'identità comune che non sia quella effimera ed esule di infantili protagonismi e di interessi personali spacciati per idealità. Vi disprezzo per le vostre opinioni fotocopia e per le vostre tuttologie, la cosa che in effetti sapete fare meglio. Le vostre teste alte sono assolutamente fuori luogo.
Serena Di Sevo
Serena Di Sevo
Penne molto raffinate ne hanno già riempito le biblioteche...Criticare così aspramente il provincialismo è tremendamente BANALE.Troppo facile dire che si odiano in toto i mille aspetti più o meno grotteschi di una cultura di PROVINCIA.Tutte le cose scritte nella"recensione" sono VERE e tutte nel loro insieme compongono la CILENTANITà(perdonatemi ma non riesco a definrla"CULTURA"cilentana).Il punto è proprio questo:se questa identità non fosse così forte chi scrive(la recensione) non avrebbe visto tutte queste cose VERE e forse sarebbe tornato a casa dicendo "Ah che bel TERRITORIO,Ah che BELLA GENTE,Ah che BUONE LE MELANZANE 'MBUTTUNATE".Il cilento è quello che è :UNA TERRA CRUDA con GENTE CRUDA ed un'IDENTITà CRUDA.Se non vi piacciono le cose crude VI BASTA ANDARE ALTROVE (...a cercare cordialità,sincerità,gentilezza,cultura,pizzi,merletti ed una bella cucina ricca e light).Nessuno dice che debba piacere per forza,il cilentano in primis che"per-piacere"fa poco o niente giacchè lui "Già PIACE".
RispondiEliminachi scrive (cioè io) è cilentana da sette generazioni, pertanto quell'identità di cui parli è la mia. Ma io non ho attaccato l'identità cilentana bensì quella falsa identità che va costruendosi, un popolo che ha totalmente perso la bussola facendosi contaminare dal consumismo forsennato e banalizzando con superficiliatà le proprie tradizioni. E da molto tempo sono anche convinta della banalità della mia posizione, cosa che mi fa andare avanti e indietro come una trottola per mezza Italia, incerta tra amore e odio per la mia terra.
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