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sabato 8 giugno 2013

L'AVVELENATA



Riri J.*




















A tutti voi cilentani che non siete mai stanchi di ripetere che amate la vostra terra, vorrei ricordare che la terra dovrebbe stare sotto i vostri piedi, tra le pieghe delle vostre scarpe, non nelle vostre teste. Io disprezzo il vostro attaccamento al territorio, quando questo significa essere attaccati alle sue risorse da spartire, o riempirsi la bocca di grandi azioni. Il vostro amore è quello che esprimete quando buttate l'immondizia sui cigli delle strade, quando guardate dall'alto in basso chiunque non sia nelle vostre squallide cerchie di amici d'interesse, perché tu dai una cosa a me ed io ne do una a te. Il vostro amore è quello che esprimete ogni volta che dite la parola "popolare" pensando che si tratti di un partito che continuate a votare da 60 anni. Il vostro amore è quello che esprimete quando appiccate 10 incendi al giorno per tre mesi, quando fate finta di non vedere gli eco mostri che spuntato sotto i vostri piedi, le strade dismesse, le vostre risorse inghiottite dai rovi. Odio le vostre melanzane 'mbuttunate, i vostri disgustosi dolci con miele industriale, le vostre sagre kitsch, le vostre allegre tavolate coi bicchieri di plastica, le vostre donne con le zeppe smaltate che ballano la tarantella, i vostri uomini sempre in pantofole, i vostri figli house con le magliette bianche e la gelatina, i vostri bar col karaoke, le vostre auto lucidate, le vostre foto in posa, i vostri matrimoni di lustrini, colombe, carrozze e buste piene di soldi. Odio il vostro razzismo buonista "perché è peccato", le vostre famiglie sfasciate da uomini in fuga con le straniere, l'intrigo da soap opera, la spettacolarizzazione della vostra mediocrità, i vostri debiti per organizzare banchetti per il battesimo e la prima comunione. Odio il vostro parlare pieno di supponenza, le vostre mode vuote, i vostri tormentoni religiosi e politici, il falso moralismo, le statue di padre Pio negli angoli delle piazze, quelle vostre gite nella dorata San Giovanni Rotondo. Odio il vostro essere nello stesso tempo fuori e al di sopra del tempo, l'autoelezione ad eletti e condannati, i vostri politici troppo scadenti per essere davvero corrotti, odio quell'indifferenza indistinta, e l'adorazione smisurata, la vostra incapacità di trovare un'identità comune che non sia quella effimera ed esule di infantili protagonismi e di interessi personali spacciati per idealità. Vi disprezzo per le vostre opinioni fotocopia e per le vostre tuttologie, la cosa che in effetti sapete fare meglio. Le vostre teste alte sono assolutamente fuori luogo.

Serena Di Sevo

*Riri J. è l'unica paternità / proprietà che sono riuscita ad attribuire a questa immagine. Qualsiasi segnalazione o correzione sarà la benvenuta. 

2 commenti:

  1. Penne molto raffinate ne hanno già riempito le biblioteche...Criticare così aspramente il provincialismo è tremendamente BANALE.Troppo facile dire che si odiano in toto i mille aspetti più o meno grotteschi di una cultura di PROVINCIA.Tutte le cose scritte nella"recensione" sono VERE e tutte nel loro insieme compongono la CILENTANITà(perdonatemi ma non riesco a definrla"CULTURA"cilentana).Il punto è proprio questo:se questa identità non fosse così forte chi scrive(la recensione) non avrebbe visto tutte queste cose VERE e forse sarebbe tornato a casa dicendo "Ah che bel TERRITORIO,Ah che BELLA GENTE,Ah che BUONE LE MELANZANE 'MBUTTUNATE".Il cilento è quello che è :UNA TERRA CRUDA con GENTE CRUDA ed un'IDENTITà CRUDA.Se non vi piacciono le cose crude VI BASTA ANDARE ALTROVE (...a cercare cordialità,sincerità,gentilezza,cultura,pizzi,merletti ed una bella cucina ricca e light).Nessuno dice che debba piacere per forza,il cilentano in primis che"per-piacere"fa poco o niente giacchè lui "Già PIACE".

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  2. chi scrive (cioè io) è cilentana da sette generazioni, pertanto quell'identità di cui parli è la mia. Ma io non ho attaccato l'identità cilentana bensì quella falsa identità che va costruendosi, un popolo che ha totalmente perso la bussola facendosi contaminare dal consumismo forsennato e banalizzando con superficiliatà le proprie tradizioni. E da molto tempo sono anche convinta della banalità della mia posizione, cosa che mi fa andare avanti e indietro come una trottola per mezza Italia, incerta tra amore e odio per la mia terra.

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