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lunedì 15 novembre 2010

GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO



DI LUCHINO VISCONTI| 1974


Dopo una lunghissima carriera iniziata in seno al Neorealismo, Visconti si rinnova e ripensa se stesso producendo opere di rottura come Morte a Venezia, Ludwig, La caduta degli dei.  La malattia e la vecchiaia rappresentano sì dei fattori condizionanti in questa operazione imposta da una volontà quanto da una contingenza, ma lo sono nella misura in cui costringono Visconti ad un lavoro claustrofobico, svolto interamente in interni e interamente condizionato dalla malinconia e dalla solitudine. Questo l'habitat naturale di Gruppo di famiglia in un interno e del suo protagonista, il bonario professore (Burt Luncaster), solitario collezionista di quadri che ritraggono gruppi familiari.

L'aristocratico isolamento del professore viene sconvolto dall'arrivo di un rumoroso e invadente "gruppo di famiglia"molto diverso da quello rappresentato dai suoi quadri, una madre (Bianca/Silvana Mangano) con un amante(Konrad/Helmut Berger), la figlia, e il compagno della figlia. Chiedono con insistenza al professore di affittargli l'appartamento al piano di sopra; il professore dichiara di non essere interessato, ma finisce per acconsentire. I nuovi inquilini si rivelano da subito ingestibili e volgari, distruggono, profanano; nonostante ciò il professore si scopre in sintonia con il giovane e incasinato amante di Bianca, Konrad, il figlio che il professore non ha mai avuto. Il legame che il professore stabilisce con i nuovi inquilini e contro se stesso, nel disperato tentativo di abbracciare la vita che aveva finora tenuto a distanza, è tardivo ed effimero.

Dov'è Visconti? Si nasconde, ma dissemina indizi della sua presenza: la presenza di Burt Lancaster, (Il gattopardo), messo di fronte ad una nuova sfida (dopo quella risorgimentale), una sfida tutta immersa nel presente, negli anni 70 (ma la storia è quanto mai distante dalle pareti di questi appartamenti), nell'affermazione di nuovi modelli sociali, e nella difficoltà di conciliare la propria aristocratica malinconia, con il rumoroso, volgare, sciocco e incomprensibile universo borghese dei nuovi inquilini; il gioco metalinguistico che Visconti compie sulla propria vita/opera: l'ossessione per i gruppi familiari ritratti nelle pieces settecentesche altro non sono che ulteriori specchi che Visconti mette a disposizione della propria opera come strumento di auto-citazione: la famiglia, la sua costruzione e decostruzione, analizzata ossessivamente (La terra trema, Ossessione, Rocco e i suoi fratelli, Il lavoro, La caduta degli dei, solo per citarne alcuni) diventa qui quasi una tentazione della vecchiaia. Seppure inconciliabili, i due appartamenti, le due entità professore/madre-amante,figlia-fidanzato entrano in contatto e giocano alla famiglia padre/madre/figli.
Ma non c'è più tempo per l'anziano professore, il gioco è finito, la realtà indisposta.