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sabato 16 gennaio 2010

Una storia d'amore


Capitalism: a love story
di: M. Moore

2009

Di certo non si tratta di un trattato di politica economica, né nei fatti né nelle intenzioni dell'autore, che anzi incede con ironia e autoironia, verso un delicatissimo e attualissimo nodo storico: la crisi economica.
Immaginate la storia americana degli ultimi 60 anni come una tipica se non canonica storia d'amore d'altri tempi, lui, il Capitalismo e la sua innamorata, l'America: incontro, persuasione, corteggiamento, regali, unione, matrimonio, tradimento, liti, e alla fine il crack; come sia potuto accadere che il popolo americano, così fedele al concetto di capitalismo, come equivalente e garanzia di democrazia e fede- bellissima la parentesi in cui si dissacra uno degli slogan utilizzati dalla propaganda, il parallellismo tra capitalismo e cristianesimo, con una gag in cui il Gesù zeffirelliano diffonde il verbo di Wall Street - abbia, ad un certo punto, addirittura imparato il significato del termine socialismo, sia riuscito nell'impresa imprevedibile e rivoluzionaria dell'elezione presidenziale di un democratico come Barack Obama, abbia iniziato ad organizzare sit-in nelle fabbriche e proteste massicce contro i pignoramenti? Che sia l'inizio di una revisione radicale del sistema economico, del potere delle banche (presenti sopra e dietro ogni legge dello Stato) dell'utilizzo improprio, e sostanzialmente illegale del denaro pubblico? Moore passa dal compiacimento, e dalla commozione per i segnali positivi provenienti in primo luogo dal popolo americano all'invito rivolto ai suoi spettatori di unirsi a loro; alla stregua di un capo rivoluzionario, dopo molte lotte, si dichiara di fatto stanco e in fondo conscio che lotta è tale quando si fa collettiva.
Divertente, commovente, in fondo romantico.