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lunedì 13 dicembre 2010

Palomar


Da un po' di tempo [il signor Palomar] s'è accorto che tra lui e il mondo le cose non vanno più come prima; se prima gli pareva che s'aspettassero qualcosa l'uno dall'altro, lui e il mondo, adesso non ricorda più cosa ci fosse da aspettarsi, in male o in bene, né perché questa attesa lo tenesse in una perpetua agitazione ansiosa.

I. Calvino, Palomar, 1983.

lunedì 15 novembre 2010

GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO



DI LUCHINO VISCONTI| 1974


Dopo una lunghissima carriera iniziata in seno al Neorealismo, Visconti si rinnova e ripensa se stesso producendo opere di rottura come Morte a Venezia, Ludwig, La caduta degli dei.  La malattia e la vecchiaia rappresentano sì dei fattori condizionanti in questa operazione imposta da una volontà quanto da una contingenza, ma lo sono nella misura in cui costringono Visconti ad un lavoro claustrofobico, svolto interamente in interni e interamente condizionato dalla malinconia e dalla solitudine. Questo l'habitat naturale di Gruppo di famiglia in un interno e del suo protagonista, il bonario professore (Burt Luncaster), solitario collezionista di quadri che ritraggono gruppi familiari.

L'aristocratico isolamento del professore viene sconvolto dall'arrivo di un rumoroso e invadente "gruppo di famiglia"molto diverso da quello rappresentato dai suoi quadri, una madre (Bianca/Silvana Mangano) con un amante(Konrad/Helmut Berger), la figlia, e il compagno della figlia. Chiedono con insistenza al professore di affittargli l'appartamento al piano di sopra; il professore dichiara di non essere interessato, ma finisce per acconsentire. I nuovi inquilini si rivelano da subito ingestibili e volgari, distruggono, profanano; nonostante ciò il professore si scopre in sintonia con il giovane e incasinato amante di Bianca, Konrad, il figlio che il professore non ha mai avuto. Il legame che il professore stabilisce con i nuovi inquilini e contro se stesso, nel disperato tentativo di abbracciare la vita che aveva finora tenuto a distanza, è tardivo ed effimero.

Dov'è Visconti? Si nasconde, ma dissemina indizi della sua presenza: la presenza di Burt Lancaster, (Il gattopardo), messo di fronte ad una nuova sfida (dopo quella risorgimentale), una sfida tutta immersa nel presente, negli anni 70 (ma la storia è quanto mai distante dalle pareti di questi appartamenti), nell'affermazione di nuovi modelli sociali, e nella difficoltà di conciliare la propria aristocratica malinconia, con il rumoroso, volgare, sciocco e incomprensibile universo borghese dei nuovi inquilini; il gioco metalinguistico che Visconti compie sulla propria vita/opera: l'ossessione per i gruppi familiari ritratti nelle pieces settecentesche altro non sono che ulteriori specchi che Visconti mette a disposizione della propria opera come strumento di auto-citazione: la famiglia, la sua costruzione e decostruzione, analizzata ossessivamente (La terra trema, Ossessione, Rocco e i suoi fratelli, Il lavoro, La caduta degli dei, solo per citarne alcuni) diventa qui quasi una tentazione della vecchiaia. Seppure inconciliabili, i due appartamenti, le due entità professore/madre-amante,figlia-fidanzato entrano in contatto e giocano alla famiglia padre/madre/figli.
Ma non c'è più tempo per l'anziano professore, il gioco è finito, la realtà indisposta.



mercoledì 21 aprile 2010

REVOLUTIONARY ROAD


DI SAM MENDES, 2008


La sognante stagione giovanile nell'America degli anni 50, April e Frank/ Rose e Jack sopravvissuti e rivisti 10 anni dopo la tragedia del Titanic, le ossessioni di Mendes, la famiglia, l'ipocrisia della società borghese.
I due protagonisti ci vengono presentati come esseri straordinari, come giovani sognatori (lei studia recitazione, lui è in cerca della propria strada mentre si dedica a molteplici mestieri), frutto di una generazione di mezzo, di un'epoca in cui tutto sembrava possibile, in cui si profilava la possibilità di cambiare rotta rispetto alla standardizzazione della società basata sulla famiglia patriarcale, un lavoro rispettabile, una casa decorosa. Tuttavia, i protagonisti del film non sono April e Frank. La vera protagonista del film è la loro "eccezionalità", in quanto esseri "diversi" e straordinari: è questo che si lascia agire nel film, l'eccezionalità dei protagonisti come veleno verso l'ambiente e le persone che frequentano, e come cianuro per se stessi. L'ambiente si abitua alla "sua" presenza, assecondando le convinzioni di April e Frank, i quali, devono invece affrontare i problemi connessi ai propri sogni giovanili infranti. I due protagonisti sono tra loro distanti mille miglia: Frank è sostanzialmente soddisfatto, ha un lavoro che gli permette di portare avanti la famiglia, degli amici, una moglie che ama e dei figli bellissimi. Ma April è tutt'altro che soddisfatta, è frustrata dal ruolo di moglie e di madre, odia la propria casa e la città dove è costretta a vivere; la sua condizione rimane sopportabile solo attraverso l'autocompiacimento e la serie di illusioni che il marito ingenuamente la spinge a rinnovare periodicamente. April dovrà affrontare il dolore della verità, in primo luogo su Frank, sulla sua “normalità” (in seguito al rifiuto di trasferirsi a Parigi) e in secondo luogo su se stessa, sull'acuirsi della consapevolezza della propria diversità come donna, veicolata dal trauma, dall'incapacità di accettare un'altra gravidanza. April é un'immagine sottile e cruda della condizione della donna svincolata dallo spazio e dal tempo, perché riscontrabile qui e là, prima e poi, resa costante dal conflitto tra il desiderio di vita e il ruolo di madre e di moglie, che, suo malgrado, ogni donna deve cucirsi addosso: in caso contrario la pena -personale o pubblica che sia- è la follia.

domenica 4 aprile 2010

AGENDA: NAPOLI FILM FESTIVAL



Dal 5 all'11 giugno 2010 a Napoli, Castel Sant'Elmo.
On-line i bandi di partecipazione.
I migliori corti andranno al Festival di Clermont Ferrand.
Possibilità per gli studenti universitari di partecipare come giuria (il termine per presentare domanda é fissato al 31 aprile)

Cinque sezioni competitive:

➜ Nuovo Cinema Italia: concorso per lungometraggi indipendenti italiani
➜ Europa, Mediterraneo: concorso per lungometraggi, riservato a lavori provenienti dai Paesi Europei bagnati dal mare nostrum.
➜ SchermoNapoli Documentari: documentari prodotti a Napoli o su Napoli.
➜ SchermoNapoli Corti: cortometraggi prodotti a Napoli o su Napoli.
➜ SchermoNapoli Scuola: cortometraggi e documentari prodotti dalle scuole di Napoli
➜ SchermoNapoli Quick: cortometraggi realizzati durante una maratona di 50 ore partendo da temi assegnati.

INFO: http://www.napolifilmfestival.com/

lunedì 1 marzo 2010

Gianluigi Toccafondo

Gianluigi Toccafondo, artista versatile, poetico, che ha fatto della propria arte, del proprio "tocco" un modello delle possibili applicazione dell'arte alle esigenze del mercato contemporaneo. Collaboratore della Fandango (logo, sigla), curatore di campagne pubblicitarie (Sambuca Molinari), sigle televisive (Tunnel), aiuto regista (Gomorra), è uno straordinario manipolatore di immagini in movimento che mantengono un legame fondamentale e irrinunciabile con la Pittura e dunque con l'universo in cui ha forgiato il proprio talento:

«Quando disegnavo, prima di fare animazione, non usavo mai questi allungamenti, questo modo di elaborare l’immagine. Ho iniziato a farlo solo quando si è aggiunto il movimento. Queste deformazioni non sono mai dovute a motivi estetici evidenti su un singolo foglio di carta, ma servono per enfatizzare un movimento, per esagerare e sottolineare delle forme che nel movimento cambiano e si trasformano. Mi affascinano le deformazioni dei corpi. Che è poi quello che faceva mio padre, quando lavorava la ceramica al tornio: spesso erano più affascinanti le forme intermedie del risultato finale, perché nei passaggi intermedi apparivano delle forme strane, astratte, mentre magari il risultato finale era un semplice vaso».

Il mio omaggio a Toccafondo è un suo omaggio a Pier Paolo Pasolini Essere morti o essere vivi è la stessa cosa, un corto d'animazione realizzato in occasione del venticinquesimo anniversario della morte di Pasolini, parte di una serie di cortometraggi presentati al festival del cinema di Berlino, tra cui i lavori di Davide Ferrario La rabbia, e di Ciprì e Maresco Arruso.



se

«Mi piaceva l’idea di dare il senso della poesia che nasce da due righe e viene poi rielaborata in immagine. Comunque sono solo delle tracce, e il mio film è fatto appunto di questo, di elementi appena accennati, con intento assolutamente poetico e non narrativo. È un piccolo omaggio, un barlume».


In opposizione l'omaggio a Pasolini di Ciprì e Maresco, che con una scelta antiretorica e anticelebrativa sconfinano nella lettura critica dell'opera pasoliniana in generale, nelle sue straordinarie qualità intellettuali, nel suo scontro drammatico con una società troppo lenta o troppo veloce.


venerdì 19 febbraio 2010

I MET THE WALRUS

I met the walrus
di: John Ruskin
2008

http://www.imetthewalrus.com/

Nel 1969 un fan quattordicenne dei Beatles di nome Jerry Levitan, armato di un registratore a cassetta, si introdusse nella camera d’albergo del King Edward Hotel di Toronto dove alloggiava John Lennon, per una chiacchierata.
38 anni dopo Jerry ha realizzato un cortometraggio su questa storia.
It went like this...

sabato 16 gennaio 2010

Una storia d'amore


Capitalism: a love story
di: M. Moore

2009

Di certo non si tratta di un trattato di politica economica, né nei fatti né nelle intenzioni dell'autore, che anzi incede con ironia e autoironia, verso un delicatissimo e attualissimo nodo storico: la crisi economica.
Immaginate la storia americana degli ultimi 60 anni come una tipica se non canonica storia d'amore d'altri tempi, lui, il Capitalismo e la sua innamorata, l'America: incontro, persuasione, corteggiamento, regali, unione, matrimonio, tradimento, liti, e alla fine il crack; come sia potuto accadere che il popolo americano, così fedele al concetto di capitalismo, come equivalente e garanzia di democrazia e fede- bellissima la parentesi in cui si dissacra uno degli slogan utilizzati dalla propaganda, il parallellismo tra capitalismo e cristianesimo, con una gag in cui il Gesù zeffirelliano diffonde il verbo di Wall Street - abbia, ad un certo punto, addirittura imparato il significato del termine socialismo, sia riuscito nell'impresa imprevedibile e rivoluzionaria dell'elezione presidenziale di un democratico come Barack Obama, abbia iniziato ad organizzare sit-in nelle fabbriche e proteste massicce contro i pignoramenti? Che sia l'inizio di una revisione radicale del sistema economico, del potere delle banche (presenti sopra e dietro ogni legge dello Stato) dell'utilizzo improprio, e sostanzialmente illegale del denaro pubblico? Moore passa dal compiacimento, e dalla commozione per i segnali positivi provenienti in primo luogo dal popolo americano all'invito rivolto ai suoi spettatori di unirsi a loro; alla stregua di un capo rivoluzionario, dopo molte lotte, si dichiara di fatto stanco e in fondo conscio che lotta è tale quando si fa collettiva.
Divertente, commovente, in fondo romantico.