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martedì 18 agosto 2009

UNA GIORNATA PARTICOLARE: ADDIO TULLIO

1928-2009: La scomparsa di Tullio Kezich.

Tullio Kezich

Il Corriere della Sera
Nell’ininterrotta polemica sul fascismo, che ha ripreso vigore negli ultimi anni e conosce periodicamente momenti caldi, si inserisce molto bene Una giornata particolare (quella dell’ultimo giorno di Hitler a Roma, marzo 1938). Scola e i suoi sceneggiatori, Maccari e Costanzo, hanno avuto l’idea semplice ed efficace di partire dalle tematiche attuali del femminismo e del fronte omosessuale per cercarne un’esemplificazione nel momento più cupo della nostra storia. Il film narra, infatti, il brevissimo incontro tra una tipica donna-schiava, inchiodata ai suoi compiti di riproduttrice e di casalinga, con un sensibile e fragile maschio rifugiatosi nelle amicizie particolari e per questo sottoposto alle persecuzioni del regime. Mentre tutto il caseggiato popolare di San Giovanni si riversa nelle strade per la parata militare, i due protagonisti si incontrano, si confessano e si amano. Qualche lieve macchinosità nella meccanica degli incontri non toglie smalto all’interpretazione di una Sophia Loren finalmente in vestaglia e ciabatte e di un Mastroianni in stato di grazia. Il delicato e indefinibile legame fra i due, che sarà troncato la sera stessa quando l’uomo partirà per il confino, è sottoposto al bombardamento acustico delle radio, aperte a tutto volume per inondare l’Italia di inni e discorsi. In questo clamore insulso, al quale non si sfugge, chi ha vissuto gli anni del fascismo ritrova in pieno la malvagità di un’epoca.



Una giornata particolare
di: Ettore Scola
1977

Cosa accade nel mondo reale, mentre nell'Italia fascista si tiene la parata in onore di Hitler in viaggio in Italia nel 1938?
Antonietta, moglie e madre di sei figli, e Gabriele, un omosessuale che sta per essere mandato al confino, sono gli unici abitanti dell'immenso condominio romano rimasti a casa.
Gabriele è un ex annunciatore radiofonico, licenziato perchè disfattista e con tendenze depravate, è omosessuale, è antifascista, è un uomo solo in attesa di essere mandato al confino, è sul punto di suicidarsi quando Antonietta bussa alla sua porta (è un personaggio che tocca due tabù del cinema fascista: l'omosessualità e il suicidio).
Antonietta è ignorante, inquadrata nel proprio ruolo di moglie e di madre, di cittadina dello stato fascista; cultrice feticista del mito marziale di Mussolini, cattolica, puritana.
Ma non tutto è come sembra: Antonietta è in realtà incontaminata e fragile, c'è una debordante umanità dietro le idee scolpite sul guscio fragile della società fascista, guscio rotto dalla sincerità e dalla sofferenza dello sguardo e delle parole di Gabriele.
Dopo un prologo documentario, con le immagini di Mussolini in compagnia di Hitler durante la visita in Italia, il film di finzione vero e proprio ha soltanto due momenti di contatto con il regime: un album di fotografie del duce minuziosamente raccolte da Antonietta, e la presenza ossessiva del commento radiofonico all'evento del giorno, alter ego degli schermi inspegnibili in 1984 di Orwell, il quale, a ben guardare, è il sostrato ideologico-narrativo dell'intero film (un uomo e una donna che si osservano, che dissentono ad un regime totalitario in modo solitario, silenzioso, cercando di nascondersi agli sguardi indiscreti dei garanti della moralità e del partito; poi l'incontro, il contatto e l'erotismo come trasgressione; il finale tragico).
Le fotografie del duce sono il simbolo del rapporto superficiale e infantile che intercorre tra popolo e potere, un consenso non ragionato, ma passivo; Antonietta è impreparata e scossa quando posta di fronte agli interrogativi e alle perplessità di Gabriele.
L'album di fotografie, segni della fedeltà al duce della protagonista, è parziale, frammentaria, ma esaustiva della mentalità costruita e in costruzione durante il fascismo, mentalità che si pone come punto nevralgico nella formazione della cultura italiana.
L'uomo non è uomo se non è marito, padre, soldato.
Il concetto di virilità scandisce il ritmo della propaganda fascista ed è la chiave espressiva utilizzata dall'autore per verificare la propria ipotesi. Se lo stato fascista ordina e stabilisce il criterio di selezione di un'umanità giusta o sbagliata, lo stato fascista ordina e indica gli esclusi per natura o per scelta. Una giornata particolare è la storia di questi esclusi, è la giornata di chi rimane fuori dall'ufficialità, da chi di fatto è fuori dalla società.Chi meglio di una donna e di un omosessuale possono personificare il "non-virile", il femmineo?
C'è una lettura moderna della questione femminile e omosessuale, possibile solo alla luce degli sconvolgimenti della morale e della società italiana tra 1960/1970, ancora affrontate con l'espediente dell'ambientazione in epoca fascista in cui i pregiudizi sessuali e le resistenze della cultura maschilista hanno una naturale e spontanea collocazione; viceversa una chiave di lettura sul senso profondo del fascismo, sul suo significato ontologico, può essere fornita proprio a partire dalla metafora erotica e marziale del Duce (così come di recente Vincere di M. Bellocchio).
▼Inconciliabile con la fisionomia e la psicologia femminile il genio è soltanto maschio.
Donne fasciste voi dovete essere le custodi del focolare.