Costanza Quatriglio a Venezia in 35 minuti
Presentato
fuori concorso alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia, il nuovo
film di Costanza Quatriglio, Con il fiato sospeso,
continua il percorso di indagine sulla realtà attraverso il dubbio
già avviata nei lavori precedenti dalla cineasta siciliana:
Ècosaimale?
documentario del 2000 ambientato nella periferia palermitana, L'Isola
presentato alla Quinzaine di Cannes 2003, suo esordio nel
lungometraggio, nel quale confluiscono le esperienze di cortometraggi
e mediometraggi di una cospicua filmografia costruita attraverso
l'agile e strategico passaggio tra linguaggi diversi, dal
documentario alla fiction, e ancora Terramatta,
presentato a Venezia un anno fa alle Giornate degli Autori
e Nastro d'Argento per il miglior documentario del 2013.
Con il fiato sospeso
rappresenta un ulteriore passo verso la costruzione di questo
linguaggio contaminato, guidato dalla volontà di uscire dalla pura
cronaca per andare più a fondo, mediante la messa in scena. Ispirato
da una storia realmente accaduta, il soggetto era infatti perfetto
per un documentario: nel novembre del 2008, i laboratori di chimica
dell'Università di Catania vengono messi sotto sequestro, il Tg
regionale ne dà notizia trasformando i sospetti in certezze, le
troppe morti avvenute tra impiegati e studenti che avevano lavorato
in quel laboratorio non erano casuali. Il padre di Emanuele Patanè,
una delle vittime, trova alcune pagine scritte al computer dal figlio
prima di morire, un diario con delle inquietanti rivelazioni: nel
laboratorio c'è qualcosa che non va, l'ambiente è insalubre, le
cappe non funzionano e il benzene te lo respiri. Fin qui la cronaca.
Ma la Quatriglio non vuole accontentarsi, vuole di più, vuole che
questa storia diventi un film di finzione, vuole raccontare la
passione, l'energia e l'amore per il proprio mestiere di ragazzi
mangiati e uccisi dal sistema. Il risultato è un film che non è
lungometraggio - dura 35 minuti - realizzato senza un budget e in
parte autoprodotto con il sostegno di un collettivo di
professionisti, fino all'ingresso della Jolefilm e dell'Istituto Luce
Cinecittà per la distribuzione: la storia di Stella (Alba
Rohrwacher) studentessa di Farmacia e della sua coinquilina Anna
(Anna Balestrieri della band Black Eyed Dog) accompagnate di tanto in
tanto dalle parole estrapolate dal memoriale di Emanuele (la voce è
di Michele Riondino), è una storia di passione e tradimento, il
tradimento di un paese incapace di progettare e garantire un futuro
per i suoi figli.
Regia,
soggetto e sceneggiatura: Costanza Quatriglio; Interpreti: Alba
Rohrwacher, Michele Riondino, Anna Balestrieri, Gaetano Aronica;
Fotografia:
Sabrina Varani; Scenografia: Beatrice Scarpato; Musiche: Paolo
Buonvino; Italia, 2013, 35'.
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