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martedì 27 settembre 2011

CARNAGE: UN DRAMMA BORGHESE


DI: R. POLANSKIFRANCIA, GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, 2011
Sembra quasi si tratti del piatto di un grande chef, la sua ultima invenzione. Gli ingredienti sono perfetti: cast di altissimo livello (Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly), una solida sceneggiatura tratta dalla pièce teatrale Le dieu du carnage della drammaturga francese Yasmina Reza, il ridondante "nome" del regista Polanski, la presentazione al Festival del cinema di Venezia...
Tutto inizia per la più grande di tutte le banalità, la lite tra due ragazzini al parco: uno dei due viene colpito al volto con un bastone riportando delle ferite alla bocca e ai denti. I rispettivi genitori raccolti in un appartamento per discutere pacificamente sul da farsi, si "intrappolano" reciprocamente in questo ambiente claustrofobico, sabotando ogni tentativo di "uscita". Il contegno e la messa in scena iniziale delle due coppie vanno in una direzione chiaramente esplosiva: la torta, i tulipani, i libri d'arte ben in vista, l'ostentazione di un successo professionale come avvocato eticamente discutibile; tutto contribuisce a generare un ambiente nauseante che sfocia nel vomito (collettivo) di una grande Kate Winslet. Le due coppie saldamente contrapposte in apertura, iniziano ad essere "mosse" sulla scacchiera da una mano invisibile, che mischia i colori e le posizioni, trasformando la guerra di famiglia e di classe in guerra di genere e di nervi, fino a far saltare qualsiasi possibile alleanza, qualsiasi tipo di accordo, per trasformare questo dialogo perenne, questo gioco al massacro in guerra di tutti contro tutti, compresi se stessi. Tutto molto bello, e tutto già presente, già sviluppato, nello psicodramma della Reza.
Ed è qui che sorge il mio dubbio. Dov'è il film? Che cosa stiamo vedendo? Uno spettacolo teatrale portato sugli schermi per tutti gli spettatori pigri che non hanno avuto voglia/piacere/soldi per andare a teatro? Il cinema come sorta di discount per il consumo massmediatico di quanto di buono viene scritto e rappresentato? Sì, il piatto sarà stato anche ben presentato, ma viste le premesse e visti i mezzi il risultato non è un granché.

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