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lunedì 11 febbraio 2013

FUNNY GAMES US

di Michael Haneke, 2007
Morirai, ma non puoi sapere perché.

Notte insonne. Non ci vuole molto, lo riconosco. Di solito ci riescono bambine con gli occhi da cerbiatto, ragazzine acrobatiche, presenze nascoste sotto il letto e tutto ciò che avviene in un'automobile (chi, come me, guida spesso in solitaria per strade deserte, capirà). Ma questa particolare notte è stata davvero una novità; panico totale. Il caso vuole che per la prima volta da quando possiedo un cellulare e su suggerimento di mio padre (...) decido di spegnerlo prima di andare a dormire. Dopo pochi minuti di sonno, mi sveglio in preda al panico, cerco il cellulare, più che altro una fonte luminosa...premo un tasto a caso...nulla. L'unica cosa che riesco a vedere nel buio, nell'arco dei pochi istanti che mi separano dall'interruttore della luce, è un ragazzo con la faccia da schiaffi, tutto vestito di bianco intento a giocherellare con una pallina da golf, vuole uccidermi, è chiaro.

Funny games US, 2007. Lo avevamo già visto nel '97: il titolo è lo stesso, il film è lo stesso; non c'è innovazione né nella trama né nella sostanza, persino il regista è lo stesso. Ma stavolta l'intenzione è quella di farsi notare, di non passare inosservati e "arrivare" al grande pubblico americano. Prima regola: farsi aiutare da qualche star...come Naomi Watts.
Una famiglia tranquilla parte tranquilla per una vacanza tranquilla nella tranquilla villa sul mare tranquillo. Tranquilli, state per morire.
Ma perché? E perché ha importanza? Quando hai paura, hai paura. Quando pensi che appena girerai l'angolo qualcuno ti colpirà alla testa con una scure, non ti interessa affatto il perché, al massimo puoi augurarti che non ti faccia troppo male...Tanto tu lo sai che l'unica cosa che interessa al tuo omicida è terrorizzarti, e nel portarti alla follia totale, magari riuscire ad ammazzare il tempo, farsi due risate. Ed ecco il gioco: uno se ne sta tranquillo a casetta, a preparare la cena o a strisciare dalla sedia al divano e dal divano al letto (e viceversa) e improvvisamente ti arriva uno che vuole delle uova. Ma per romperle. Haneke porta alle estreme conseguenze il discorso sull'horror. Cosa realmente ci spaventa? Un mostro bruttissimo che urla in modo disumano al nostro indirizzo? Uno zombie che perde un piede mentre cammina e che ti guarda in modo ambiguo dalla sua pupilla penzolante? O basta un ragazzo carino ed educato con gli occhi celesti e i capelli biondi (l'ipocrisia dello spettacolo si manifesta anche così, non conta quanto "cattivo" sia il racconto della tv o del cinema, l'importante è che il narratore sia "cool")?
La paura si trova dietro l'angolo della quotidianità, perché ciò che ci spaventa è perdere le nostre certezze, ciò che ci terrorizza è scoprire che la nostra vita e tutto ciò che sappiamo è solo apparenza, sogno. Noi uomini non abbiamo nulla in comune con gli animali (si diceva ieri a cena). Sono d'accordo. L'horror è uno degli elementi che separa l'uomo dal mondo animale. L'animale non terrorizza per terrorizzare, non si diverte, è crudele per necessità. L'animale scappa perché ha paura di morire, vuole salvarsi. L'uomo crea la paura e la usa per interrogare l'universo; l'uomo terrorizza  per terrorizzare, è crudele per volontà, ma è terrorizzato da se stesso, impaurito dalla paura stessa, quell'elaborata paranoia costruita sul lato irrazionale del pensiero. Siamo terrorizzati dall'irrazionale, ma irrazionalmente gli andiamo incontro, come sempre fanno le ragazze sceme nei film quando sentono un rumore in soffitta.

Serena Di Sevo

2 commenti:

  1. Questo non l'ho visto, ma l'originale è uno dei film più belli e disturbanti mai girati!!!

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