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venerdì 1 febbraio 2013

Arrenditi Dorothy!

After Hours di Martin Scorsese, 1985

Voglio solo tornare a casa...

Non capita soltanto ai depressi e agli scoppiati di trascinarsi in giro la notte a cercare chissà ché.. Chiunque può mettere il piede nella fossa nera dell'esistenza, nel lato oscuro dei propri desideri: così Paul Hackett (Griffin Dune) sedentario e abitudinario impiegato.
In un ristorante incontra una ragazza bionda, Marcy (Rosanna Arquette) che si congeda dopo una breve chiacchierata lasciandogli il numero di telefono. Naturalmente Paul la chiama e subito dopo si infila in un taxi per correre da lei, a Soho, uno dei quartieri più malfamati di New York.
È la classica discesa agli inferi, lo attendono dannati e peccatori di ogni specie.
Ma non è Dante Alighieri l'alter ego di Paul, bensì Dorothy nel mondo incantato di Oz.
Dorothy è povera, vive in una casa fredda e decrepita, la sua unica compagnia è il cagnolino Totò; eppure, dopo essere stata catapultata da un ciclone nel fantastico mondo di Oz a vivere mille avventure con i suoi nuovi e affezionati amici, riesce a pensare solo al momento in cui potrà tornare a casa. Ma insomma perché vuole tornare in quella casa di merda? "Tornare a casa". L'imperativo categorico che spinge al movimento. Uscire. Mille sono i significati. Allontanarsi da quanto è noto alla ricerca dell'ignoto. Rifiutare la propria casa, le proprie origini sperando di trovare qualcosa di diverso, alternativo. Una casa che sia "altro". Uscire da se stessi per non guardarsi in faccia e dentro 24 al giorno. Andare fuori a cercarsi a cercare. Portarsi dentro qualcosa in più, qualcuno che ci riscaldi, che sazi la nostra fame, un'immagine, un suono, una risata, una parola buona o una cattiva, la risposta a una domanda che ci tormenta. Scoprire che c'è qualcosa oltre alle pareti di casa propria, al televisore sul mobiletto, al pc sotto al letto...la metro, l'ufficio, il collega che parla di andarsene, sì presto lascerà il lavoro. Paul esce senza pensare da quella quotidianità per trovarsi catapultato in un universo sotterraneo abitato da ladri, fanatici, punkettoni, assassini, streghe...(le quattro streghe di Dorothy: I. Marcy, fatta fuori al primo atterraggio; II. Kiki, la scultrice, gli fornirà la chiave per tornare a casa, una statua di cartapesta, nonché la porta che lo riporterà a casa [quella del locale, il Berlin]; III. Gail, lo inseguirà con un camioncino dei gelati, e cercherà di intrappolarlo con un esercito di "scimmie" al seguito; IV. June, lo nasconderà ai suoi inseguitori costruendogli intorno la statua che lo riporterà a casa). Rotto l'incanto, verrà scaricato da un camioncino davanti all'ingresso del suo ufficio, tornando alla sua pallosissima vita, che non gli sarà mai sembrata così bella. Ma non passerà ancora molto dalla prossima pessima e necessaria avventura. Una conferma, un plauso all'esistenza piccolo-borghese? Non ci rende felici, ma ci protegge dal mondo reale, brutto, sporco e cattivo. Ma presto sarà di nuovo notte. E presto incontrerai una bionda.

Serena Di Sevo



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