In girum...
[Nato il 28 dicembre 1931 a Parigi, cofondatore nel 1857 dell'Internazionale Situazionista è autore del saggio La società dello spettacolo, pubblicato per la prima volta a Parigi nel novembre del '67 presso l'editore Buchet-Castel, iniziò a diffondersi durante i disordini del '68 diventando un libro di culto di circolazione sotterranea. Più tardi, nel 1973 uscirà il film omonimo girato con la tecnica del détournement, consistente nel riutilizzo e nel montaggio di immagini già esistenti ma con un significato "deviato", in un'accumulazione di spettacoli decontestualizzati dal loro significato originario; privo di sceneggiatura, attori, personaggi, e di tutti gli ingredienti necessari alla costruzione di un film, La società dello spettacolo è la negazione palese di sé come prodotto, come merce da sottoporre alla visione di uno spettatore/consumatore, un flusso di immagini (estraniate ed estranianti) e parole, sovrapposte, apparentemente divergenti, un coltello piantato nella schiena dello spettatore. Il film è in altre parole l'affermazione di un nuovo concetto di cinema: un'arma contro il cinema stesso. L'operazione era già stata attuata, in modo radicale e direi definitivo, con il primo lungometraggio, realizzato nel 1952, Hurlements en faveur de Sade, completamente privo di immagini; l'unico supporto ai dialoghi è costituito dalla colonna sonora. Tali dialoghi vengono proiettati su uno schermo totalmente bianco ed hanno una durata totale non superiore ai 20 min, peraltro dispersi a frammenti in un'ora di silenzio. Durante i silenzi lo schermo è nero. La prima proiezione, com'era prevedibile (immaginatevi di andare al cinema e trovarvi davanti a uno schermo bianco - o nero - che scorre su un dialogo delirante) venne interrotta immediatamente e con violenza dei membri del cineclub stesso*. Nel '78 uscirà In girum imus nocte et consumimur igni, il cui titolo, un polindromo latino, sta lì a suggerire una circolarità che nega la pretesa linearità della letteratura e dell'arte, la pretesa di capire e di concludere, di mettere un punto, una FINE: l'arte è aperta, come la vita. Una provocazione, un gioco? Un serissimo tentativo di sovvertire le regole dello spettacolo? Una premonizione? Cos'è Facebook, per esempio, se non un'accumulazione di immagini e parole decontestualizzate dal loro significato originario e ripubblicate, piegate a significati nuovi; forse facebook è il regno del détournement situazionista o forse molti utenti di facebook sono irrimediabilmente ammalati di disonestà intellettuale, e mortalmente infettati dalla pratica del copia e incolla. Difficile dare una risposta unica e definitiva; certo è che le opere di Debord si possono collocare tra i momenti più rivoluzionari e seminali della storia del cinema e non solo (Blob di Ghezzi ne è la manifestazione più palese). Contro il cinema e attraverso il cinema Debord formula una precisa e precoce diagnosi sulla società capitalistica dominata dallo strapotere dell'industria dello spettacolo. Egli fonda la sua analisi a partire dal Capitale di Marx: il marxismo come metodologia, attualizzato alle esigenze del presente e del futuro. Debord muore suicida nel 1994: si sparò un unico colpo di fucile al cuore].
Portrait of Karl Marx by Guy Debord |
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"Lo spettacolo, compreso nella sua totalità, è nello stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente. Non è un supplemento del mondo reale, la sua decorazione sovrapposta. È il cuore dell'irrealismo della società reale. In tutte le sue forme particolari, informazione o propaganda, pubblicità o consumo diretto di distrazioni, lo spettacolo costituisce il modello presente della vita socialmente dominante. Esso è l'affermazione onnipresente della scelta già fatta nella produzione, e il suo consumo conseguente. Forma e contenuto dello spettacolo sono entrambe l'identica giustificazione totale delle condizioni e dei fini del sistema esistente. Lo spettacolo è anche la presenza permanente di questa giustificazione, in quanto occupazione della parte principale del tempo vissuto al di fuori della produzione moderna"
Guy Debord, La società dello spettacolo, 1967.
A REPRENDRE DEPUIS LE DEBUT
I film citati:
http://www.youtube.com/watch?v=fJvFOUU6QS4
http://www.youtube.com/watch?v=XDupGWRp_Z4
http://www.youtube.com/watch?v=c5Si6cTE_n8
*Cfr: G. Debord, Schede tecniche, in G. Debord, Contre le cinéma, Institute scandinave de vandalisme comparé, Aarhus, Danimarca 1964.