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giovedì 8 maggio 2014

ITALIA O MORTE

Non dirmi che hai paura
di: Giuseppe Catozzella
[Feltrinelli, 2014]
Tra i dodici finalisti del PremioStrega.


Non capita tutti i giorni, a una vecchia cinica quale sono, di addormentarsi con la rabbia nel cuore, quello stesso cuore abitato da un disprezzo troppo solido, troppo pietrificato, per riuscire ancora a esprimersi in commozione. È il regalo che il tuo paese ti ha consegnato quando non eri già più bambina, quando la vita ti aveva detto altro e i sogni non erano già più disposti al compromesso. Il mio futuro è stato sempre tacitamente immaginato come qualcosa di già scritto: per quanti danni, errori e indolenza potessi aggiungere a quel disegno, sarebbe stato una passeggiata in discesa che conduceva a un lavoro a una casa, a un punto interrogativo che non poteva far paura. Tutto andrà bene. E sì, ancora ce lo diciamo, con le incazzature, gli strappi e le delusioni, i sacrifici che non portano a nulla, sì, tutto andrà bene. È il prezzo del benessere. L'illusione della resistenza del benessere è il prezzo che paghiamo per un'esistenza sottoposta al dominio di interrogazioni strutturali elevate a sistema. Così pensi di andar via, di mollare tutto, di tanto in tanto qualcuno ti suggerisce di partire, che chi te lo fare di stare qui. Così leggendo di Samia, pensi al suo di viaggio, e pensi ai suoi di sogni. Pensi che sei malata di occidentalismo e di rassegnazione con storia di Samia che è tutta lì nelle tue mani, tra le pagine del libro troppo breve Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella, pensi alla sua vita che non puoi cambiare, ma che il tuo paese avrebbe potuto salvare e che, invece, ha lasciato che sprofondasse sul fondo del mare insieme ai suoi sogni.
Samia è stata un'atleta somala, nata a Mogadiscio nel 1991 e morta il 2 aprile del 2012, inghiottita  dal mar Mediterraneo, al largo di Lampedusa, mentre cercava di raggiungere le funi lanciate da un'imbarcazione italiana. Soltanto quattro anni prima Samia rappresentava il suo paese alle Olimpiadi di Pechino del 2008, nei 200 metri, raggiungendo il record personale di 32''16 che le valse ugualmente l'ultima posizione della sua batteria. Samia non era una professionista: si presentò alle Olimpiadi denutrita e atleticamente impreparata, ma corse la sua gara con orgoglio nonostante le grida di incitamento del pubblico le dicessero che era ultima, che aveva catturato l'attenzione del pubblico in quanto ultima, in quanto la sua era la storia perfetta per i palati degli occidentali e per i loro ipocriti sentimentalismi. Ma lei voleva vincere per il suo paese, tornare nel suo paese, riscattare la Somalia per suo padre e per sua sorella e per tutti quelli che alla Somalia non erano sopravvisssuti. Si allenava di notte, nel buio del burqa, per le strade di Mogadiscio, correva tra i miliziani; ma il suo paese non la vedeva mentre correva e alla fine Samia decise di partire: avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Londra. Attraversò mezzo mondo su una jeep, attraversò la galera, la disperazione, la malattia, attraversò il deserto e infine vide il mare. Si potrebbe credere che la morte di Samia possa essere stata un espediente per affermare che le migliaia di vittime del Mar Mediterraneo non sono tutte uguali, perché la sua di morte, la morte di un'atleta olimpica, sarebbe una morte particolarmente tragica. Ma no, non è questo. Catozzella non ha costruito una favola del nostro tempo, ma si è limitato a raccontare  una storia che se ha dell'esemplare è soltanto per la sua natura trasversalmente agghiacciante. Lo sai sin dall'inizio che Samia non si salverà, sai che il suo sogno di correre libera e nuotare in quel mare che le è stato vietato sin da quando era bambina, potrà realizzarsi soltanto nella morte. E sai che la morte di Samia, e delle altre migliaia di vittime del Mediterraneo ricade sulla testa del tuo paese, sottoscritta dall'indifferenza del tuo vicino di casa e dalla casalinga di Voghera che non incontrerai mai.


Le vittime del Mediterraneo sono più di 23 mila in 14 anni, un numero spaventoso, peraltro impossibile da verificare con certezza (molte vittime non sono mai state registrate). 
Per saperne di più:
Qui il testo integrale: Migranti, la guerra del Mediterraneo




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